Nietzsche a Venezia
« Seguitemi a Venezia , scrive; «so dove alloggiarvi. Io sarò là, mi prendo ogni responsabilità *. Ogni
responsabilità: dolce parola per l’afflitto. Nietzsche ascolta, si calma,
obbedisce. Il 13 marzo, Peter Gast lo installa nella città promessa.
Nietzsche non amava ancora l’Italia. La smagliante Sorrento
non l’aveva estasiato, la plebe napoletana lo aveva disgustato. Venezia lo
conquistò, fin dal principio. Amò tutto ciò che vi amava Peter Gast. Non
parliamo dei palazzi, delle chiese, delle sculture o delle pitture: Nietzsche
non ne parlerà mai. Leggendo le sue opere e le sue lettere si è portati a
pensare che non sia mai entrato in quei luoghi, che non si sia mai fermato
davanti a nessuno di quegli oggetti. Viveva di un certo contatto, di una certa
intuizione della terra, dell’atmosfera, della luce. Ora, Venezia lo riempì di
gioia. Lottava da anni contro i prestigi del romanticismo germanico:
Venezia piacente, sorprendente e gaia come un racconto da Mille e una notte, bella come un canto
d’Omero, ricompensò la sua lunga ricerca. Peter Gast aveva visto giusto: quello
che ci voleva per Nietzsche, era Venezia. Come una pianta assetata si riprende
dopo una grande pioggia, egli si riprese; di colpo rianimato, disteso, comincia
a sorridere di se stesso al ricordo delle angosce che ha appena passato.
Da
Daniel Haléy
Vita eroica di Nietzsche