giovedì 2 aprile 2020

Nietzsche a Venezia


Nietzsche a Venezia

« Seguitemi a Venezia , scrive; «so dove alloggiarvi. Io sarò là, mi prendo ogni responsabilità *. Ogni responsabilità: dolce parola per l’afflitto. Nietzsche ascolta, si calma, obbedisce. Il 13 marzo, Peter Gast lo installa nella città promessa.
Nietzsche non amava ancora l’Italia. La smagliante Sorrento non l’aveva estasiato, la plebe napoletana lo aveva disgustato. Venezia lo conquistò, fin dal principio. Amò tutto ciò che vi amava Peter Gast. Non parliamo dei palazzi, delle chiese, delle sculture o delle pitture: Nietzsche non ne parlerà mai. Leggendo le sue opere e le sue lettere si è portati a pensare che non sia mai entrato in quei luoghi, che non si sia mai fermato davanti a nessuno di quegli oggetti. Viveva di un certo contatto, di una certa intuizione della terra, dell’atmosfera, della luce. Ora, Venezia lo riempì di gioia. Lottava da anni contro i prestigi del romanticismo germanico:
Venezia piacente, sorprendente e gaia come un racconto da Mille e una notte, bella come un canto d’Omero, ricompensò la sua lunga ricerca. Peter Gast aveva visto giusto: quello che ci voleva per Nietzsche, era Venezia. Come una pianta assetata si riprende dopo una grande pioggia, egli si riprese; di colpo rianimato, disteso, comincia a sorridere di se stesso al ricordo delle angosce che ha appena passato.

Da
Daniel Haléy
Vita eroica di Nietzsche