Contro
la cattiva dieta. Puah! Questi pasti che consumano oggi gli uomini
nei ristoranti, come
in qualsiasi altro luogo, dove viva la classe agiata della società! Anche
quando molto ragguardevoli dotti tengono i loro consessi, è lo stesso costume
che imbandisce la loro tavola come quella del banchiere: secondo cioè la regola
del «troppo» e del «vario», da cui deriva la conseguenza che i
cibi vengono approntati in vista dell’effetto e non del risultato e
occorre l’aiuto di bevande
eccitanti per smaltire
la pesantezza nello stomaco e nel cervello. Puah! Quale dissolutezza
e ipersensibilità
dovranno essere le generali conseguenze! Puah! Quali sogni finiranno per avere! Puah! Quali arti e
quali libri costituiranno il dessert di simili pasti! E agiscano pure a loro talento: nel
loro agire regnerà
sempre il pepe e la contraddizione, oppure la stanchezza del mondo! (La classe
abbiente in Inghilterra ha bisogno del suo cristianesimo per poter sopportare i
suoi disturbi digestivi e i suoi dolori di testa). In conclusione, per dire
quel che c’è di divertente nella faccenda e non soltanto quel che v’è in essa
di ripugnante, questi uomini non sono per nulla dei golosi; il nostro secolo e
il suo genere di faccende è più potente sulle loro membra che sul loro ventre: a
che cosa mirano dunque questi conviti? A essere rappresentativi! Ma di che
cosa, per tutti i santi? Della classe? — No, del denaro: non si ha più
classe! Si è «individuo»! Il denaro invece è potenza, fama, dignità,
supremazia, influenza, il denaro costituisce oggi per un uomo, secondo che ne
abbia, il grande o il piccolo pregiudizio morale. Nessuno vuole tenerselo sotto
il moggio, nessuno lo vorrebbe mettere sulla tavola; di conseguenza il denaro
deve avere un elemento rappresentativo che si possa mettere sulla tavola: si
vedano i nostri pasti.
Friedrich
Nietzsche
da Aurora
aforisma 203
da Aurora
aforisma 203