lunedì 27 aprile 2020

Contro la cattiva dieta.


Contro la cattiva dieta. Puah! Questi pasti che consumano oggi gli uomini nei ristoranti, come in qualsiasi altro luogo, dove viva la classe agiata della società! Anche quando molto ragguardevoli dotti tengono i loro consessi, è lo stesso costume che imbandisce la loro tavola come quella del banchiere: secondo cioè la regola del «troppo» e del «vario», da cui deriva la conseguenza che i cibi vengono approntati in vista dell’effetto e non del risultato e occorre l’aiuto di bevande eccitanti per smaltire la pesantezza nello stomaco e nel cervello. Puah! Quale dissolutezza e ipersensibilità dovranno essere le generali conseguenze! Puah! Quali sogni finiranno per avere! Puah! Quali arti e quali libri costituiranno il dessert di simili pasti! E agiscano pure a loro talento: nel loro agire regnerà sempre il pepe e la contraddizione, oppure la stanchezza del mondo! (La classe abbiente in Inghilterra ha bisogno del suo cristianesimo per poter sopportare i suoi disturbi digestivi e i suoi dolori di testa). In conclusione, per dire quel che c’è di divertente nella faccenda e non soltanto quel che v’è in essa di ripugnante, questi uomini non sono per nulla dei golosi; il nostro secolo e il suo genere di faccende è più potente sulle loro membra che sul loro ventre: a che cosa mirano dunque questi conviti? A essere rappresentativi! Ma di che cosa, per tutti i santi? Della classe? No, del denaro: non si ha più classe! Si è «individuo»! Il denaro invece è potenza, fama, dignità, supremazia, influenza, il denaro costituisce oggi per un uomo, secondo che ne abbia, il grande o il piccolo pregiudizio morale. Nessuno vuole tenerselo sotto il moggio, nessuno lo vorrebbe mettere sulla tavola; di conseguenza il denaro deve avere un elemento rappresentativo che si possa mettere sulla tavola: si vedano i nostri pasti.

Friedrich Nietzsche
da Aurora
aforisma 203