lunedì 6 aprile 2020

Sabato 6 aprile 1888 arriva a Torino


Sabato 6 aprile 1888, arriva a Torino, affranto di fatica: « Non sono più in grado di viaggiare solo», scrive a Peter Gast. « Ciò mi agita troppo, tutto mi impressiona stupidamente »,

Torino è certamente una bella città dell’antica Europa aristocratica e reale; nessuno tuttavia si è reso mai conto di vedere in essa la ottava meraviglia del mondo. Ora, questo è ciò che farà Nietzsche. Questo semi-cieco, attraverso le lenti nere dei suoi spessi occhiali, scorge le linee del nobile disegno torinese, e le trova sublimi. Lettera a Peter Gast:
« Torino, caro amico, è una scoperta capitale. Ve ne parlo con il secondo fine che voi potrete forse approfittarne, Il mio umore è buono, lavoro dal mattino alla sera un piccolo pamphlet sulla musica occupa le mie dita digerisco come un semi-dio, dormo malgrado il baccano notturno delle vetture; tutti sintomi di un eminente adattamento di Nietzsche a Torino ».
Questi benefici, Nietzsche li attribuisce ai clima di Torino. Non vede (o dissimula) la realtà, che è ben altra. La scossa del viaggio, lo shock dell’arrivo, l’hanno scosso: da qualche parte, nel suo cervello, nelle immensità del suo universo interiore, qualche equilibrio si rotto, ed il fuoco, da molto tempo minaccioso e strisciante, è infine scaturito. Non è ancora tutto incendiato, ma tutto è lambito dalla fiamma, e la follia ha per primo sintomo, ben noto agli psichiatri, un sentimento di vittoria, un’acclamazione trionfale. Questa vittoria, questo trionfo della follia, Nietzsche li aveva un giorno, ce ne ricordiamo, tragicamente chiamati: « Inviatemi, la follia, abitanti dei cieli », aveva gridato; « la follia perché finalmente io creda in me! » La follia ar­riva, Nietzsche crederà in lui.

da
Daniel Halévy
Vita eroica di Nietzsche