martedì 21 aprile 2020

21 aprile a Venezia


21 aprile a Venezia
Nietzsche aspira a raggiungere Peter Gast. Ma Venezia ha le sue nebbie invernali che egli teme, e non osa, prima della metà di aprile, lasciare Nizza. Più va avanti con l’età, più subisce la tirannia della luce: un giorno di privazione l’intristisce, otto giorni lo abbattono.
Per fortuna, arrivano le tiepide ore di fine aprile; il 21 Nietzsche è a Venezia. Peter Gast lo installa in una stanza la cui finestra dà sul Canal Grande, non lontano da Rialto, ed eccolo felice infine nella sua cara città ritrovata. Erano quattro anni che non la rivedeva; prova una gioia infantile. Erra in quel dedalo che animano le sorprese del sole e dell’acqua, i muschi ed i fiori germogliati tra le pietre. Cammina nelle piccole strade come a Sils in montagna, dalle quattro alle cinque ore al giorno. « Cento profonde solitudini compongono insieme Venezia », scrive. « Da qui la sua magia. Un simbolo per gli uomini dell’avvenire ». Non parla più del superuomo: a Venezia questo neologismo enfatico farebbe sorridere.

Da
Daniel Halévy
Vita Eroica di Nietzsche