I calunniatori dell’allegria. Uomini profondamente piagati dalla vita hanno
gettato il sospetto su ogni allegria come se fosse sempre ingenua
e puerile e tradisse
un’irrazionalità, alla vista della quale non si potrebbe provare altro che pietà e commozione,
come quando un fanciullo prossimo a morire accarezza ancora sul suo letto i
propri giocattoli. Tali uomini vedono tombe nascoste e dissimulate in mezzo
alle rose; divertimenti, baraonda, musica allegra appaiono loro come la
risoluta autosuggestione del malato grave, che vuole sorseggiare ancora una volta, per un
attimo, l’ebbrezza della vita. Ma questo giudizio sulla allegria nient’altro è
che il suo riverberarsi sul cupo fondo della stanchezza e della malattia: è
esso stesso qualcosa di commovente, d’irrazionale, che spinge alla compassione,
anzi addirittura qualcosa d’ingenuo e puerile, ma proveniente da quella seconda
infanzia che segue la vecchiaia e precorre la morte.
Friedrich
Nietzsche
da Auroraaforisma 329