sabato 30 maggio 2020

Tener gli orecchi chiusi ai lamenti


Tener gli orecchi chiusi ai lamenti. Se ci lasciamo offuscare dai lamenti e dalle sofferenze degli altri mortali e addensiamo le nubi nel nostro stesso cielo, chi è allora che dovrà subire la conseguenza di tale offuscamento?
Proprio questi altri mortali, e in aggiunta a tutti i loro fardelli! Non potremo far nulla né per aiutarli, né per confortarli, se vogliamo essere l’eco dei loro lamenti, anzi, se non facciamo altro che tener sempre gli orecchi tesi per ascoltarli salvo imparare l’arte degli dèi dell’Olimpo, e trarre d’ora innanzi edificazione dall’infelicità degli uomini, anziché renderci infelici per essa. Ma è qualcosa di troppo olimpico per noi, benché, col godimento della tragedia, già si sia fatto una passo avanti verso questo ideale cannibalismo da dèi.

Friedrich Nietzsche
da Aurora
aforisma 144

martedì 26 maggio 2020

I disperanti

I disperanti. Il cristianesimo ha l’istinto del cacciatore verso tutti coloro che possono essere in un modo o nell’altro ridotti alla disperazione: solo una parte eletta dell’umanità ne è capace. Il cristianesimo se ne sta sempre alle loro spalle, è sempre lì a spiarli. Pascal fece il tentativo, se non fosse possibile ridurre ognuno alla disperazione con l’aiuto della conoscenza più tagliente: il tentativo fallì, causando la sua seconda disperazione.

Friedrich Nietzsche
da Aurora
aforisma 64

domenica 24 maggio 2020

Ai più forti

Ai più forti. Voi spiriti più forti e superbi, siete pregati di una sola cosa; non metteteci addosso nuovi pesi, ma prendete su di voi un pò del nostro peso dal momento che siete voi i più forti! Invece fate così volentieri il contrario: giacché volete volare voi, e perciò noi dobbiamo portare anche il vostro peso oltre al nostro; il che significa che noi dobbiamo strisciare!

Friedrich Nietzsche

mercoledì 20 maggio 2020

Non parlo ai deboli


Non parlo ai deboli: costoro vogliono obbedire e per ogni dove si affrettano verso la schiavitù. Al cospetto della natura inesorabile, anche noi ci sentiamo sempre natura inesorabile! Ma io ho trovato la forza dove non la ai cerca, negli uomini semplici, miti e compiacenti, senza la minima inclinazione al dominare viceversa i inclinazione a dominare mi si è presentata spesso come un intimo contrassegno di debolezza: costoro temono la loro anima di schiavi e l’avvolgono in un manto da re (alla fine diventano schiavi dei loro seguaci, della loro fama, e così via). Le nature potenti dominano, questa è una necessità, e non muoveranno un dito. Anche se durante la vita si seppelliscono in un giardino!

Friedrich Nietzsche

sabato 16 maggio 2020

Non giustificarsi


Non giustificarsi. A: Ma perché non ti vuoi giustificare? B: Potrei farlo, in questa e in cento altre cose, ma disprezzo il piacere che è insito nella giustificazione; queste cose, infatti, non sono abbastanza grandi per me, e preferisco tenermi addosso queste macchie che favorire la gioia maligna di quei meschini, così che possano dire:  Lui attribuisce una grande importanza a queste cose!”.  Ciò appunto non è vero! Forse dovrei avere ancor più a cuore me stesso, per sentire il dovere di rettificare opinioni sbagliate sul mio conto, sono troppo indifferente e indolente verso di me, e anche verso ciò che vien prodotto per mezzo mio.

Friedrich Nietzsche

venerdì 15 maggio 2020

Il cristiano compassionevole


Il cristiano compassionevole. L’altra faccia della pietà cristiana per i dolori del prossimo è il profondo sospetto per ogni gioia del prossimo, per la sua gioia in tutto ciò che vuole e può.

Friedrich Nietzsche
da Aurora
aforisma 80

mercoledì 13 maggio 2020

Nietzsche e le sue conquiste psicologiche


Ludwig Klages
Nietzsche e le sue conquiste psicologiche
Mimes, 2006

Nietzsche, assieme a Bachofen e Goethe rappresenta un caposaldo del pensiero di Klages, come si evince facilmente dalle parole di Lòwith: «[...] l’opera di Nietzsche si scinde [per Klages] in due metà: la sua “conquista” positiva viene vista nel fatto che è una filosofia dell”orgiasmo”; il grosso errore nel fatto che essa vuole essere al contempo una filosofia della volontà di potenza».
A partire dall’antagonismo originario sussistente fra spirito e anima, la monografia di Ludwig Klages deI 1926 getta uno sguardo in profondità sull’opera del grande pensatore tedesco, riconducendo la complessità dei temi del suo pensiero a una prospettiva ermeneutica che,
esplorando i rapporti fra filosofia, psicologia, caratterologia ed estetica, ne esalta la capacità di visione globale e simbolica della realtà, dischiudendo così nuovi orizzonti di ricerca nel tempo presente.
Il tempo in cui l’apparato tecnico produttivo è individuato come la sintesi epifenomenica ma visibile del pervasivo Geist, che assorbe in sé, asservendole e potenziandole, tutte le volontà di potenza dei singoli soggetti.
Il tempo quindi in cui persino i credenti “unici stirneriani” o “superuomini nicciani” dirigenti del mondo sono trasformati in semplici grumi di energia che vengono spesi come combustibili dentro i motori di detto apparato e quindi tirano la volata al progetto finale del Geist: distruggere la vita sostituendola con l’artificiale. La via biocentrica verso cui da tempo punta l’indice Klages va semplicemente in direzione opposta.


Ludwig Klages (1872-1956), filosofo e psicologo tedesco è uno degli autori principali del primo Novecento europeo. E stato uno dei fondatori della moderna grafologia. In seguito si occupò di estetica, secondo una prospettiva nietzscheana. Le sue opera fondamentali sono Dell’Eros Cosmogonico (1922) e Lo spirito come antagonista dell’anima (1932).

sabato 9 maggio 2020

Non rinunciare


Non rinunciare. Abdicare al mondo senza conoscerlo come fa una monaca procura una solitudine sterile e forse triste. Ciò non ha nulla in comune con la solitudine della vita contemplativa del pensatore: allorché questi la sceglie, non vuole in alcun modo fare un atto di rinuncia;
il dover persistere nella vita pratica sarebbe invece per lui una rinuncia, una tristezza, una rovina: abdica ad essa poiché la conosce, poiché si conosce. È così che si getta nella sua acqua, che conquista la sua serenità.

Friedrich Niezsche
Da Aurora
aforisma 440

venerdì 8 maggio 2020

Nietzsche il vulcanico


Nietzsche, il vulcanico
«Il segreto per raccogliere dall’esistenza la fecondità più grande e il più grande godimento, si chiama: vivere pericolosamente. Costruite le vostre case sul Vesuvio» scriveva Nietzsche nella Gaia Scienza, nel 1882.
Un’evocazione del sud, focoso e dionisiaco, nelle pagine di un pensatore del nord attratto magneticamente dalla lucente effervescenza solare del mediterraneo e dal suo sottosuolo vulcanico anche in senso filosofico. Da questa traccia, un filosofo venuto dal profondo sud, Antimo Negri, risale in un suo denso volume per rintracciare il senso profondo della nuova scienza secondo Nietzsche. Una scienza gaia e ridente che si beffa delle proposizioni universali, fredde e oggettive, e si apre alla poesia che sola può restituire l’incanto al mondo.
Aleggia nelle pagine di Negri, il riferimento bacchico, dionisiaco a Nietzsche.
D’altronde lo stesso pensatore tedesco aveva già nel 1870 definito Dioniso “lo scopo della esistenza”. La conoscenza tragica, eroica e ludica è in realtà per Nietzsche la vera, sola conoscenza. Ovvero non cerca l’essenza della vita ma i suoi specchi, ustori e deformati.

Antimo Negri
Nietzsche. La scienza sul Vesuvio
Laterza – pagine 196

giovedì 7 maggio 2020

Noi, aerei naviganti dello spirito


Noi, aerei naviganti dello spirito. Tutti questi arditi uccelli che spiccano il volo nella lontananza, nell’estrema lontananza, di sicuro, a un certo momento non potranno più andar oltre e si appollaieranno su un pennone o su un piccolo scoglio e per di più grati di questo miserevole ricetto! Ma a chi sarebbe lecito trarne la conseguenza che non c’è più dinanzi a loro nessuna immensa, libera via, che sono volati tanto lontano quanto è possibile volare? Tutti i nostri grandi maestri e precursori hanno finito coll’arrestarsi; e non è il gesto più nobile e il più leggiadro atteggiamento, quello con cui la stanchezza si arresta: sarà così anche per me e per te! Ma che importa a me e a te! Altri uccelli voleranno oltre! Questo nostro sapere e questa nostra fiducia spiccano il volo con essi e si librano in alto, salgono a picco sul nostro capo e oltre la sua impotenza, lassù in alto, e di là guardano nella lontananza, vedono stormi d’uccelli molto più possenti di quanto siamo noi, in quali agogneranno quel che agognammo noi, in quella direzione dove tutto è ancora mare, mare, mare! E dove dunque vogliamo arrivare? Al dì là del mare? Dove ci trascina questa possente avidità, che è più forte di qualsiasi altro desiderio? Perchè proprio in quella direzione, laggiù dove sono fino ad oggi tramontati tutti i soli dell’umanità? Un giorno si dirà forse di noi che, volgendo la prua a occidente, anche noi speravamo di raggiungere un’india, ma che fu il nostro destino naufragare nell’infinito? Oppure, fratelli miei? Oppure?

Friedrich Nietzsche

mercoledì 6 maggio 2020

Dignità e ignoranza alleate


Dignità e ignoranza alleate. Quando comprendiamo, diventiamo gentili, felici, ingegnosi, e tutte le volte che si è abbastanza imparato e ci si è fatti occhi e orecchie, la nostra anima mostra maggior duttilità e grazia. Ma comprendiamo tanto poco e siamo miseramente istruiti, e capita raramente di stringere una cosa e renderci così amabili a noi stessi; attraversiamo invece, rigidi e insensibili, la città, la natura, la storia e ci vantiamo un poco di questo comportamento e questa freddezza, come se fosse una conseguenza della superiorità. Sì, la nostra ignoranza e la nostra poca sete di sapere sono bravissime nel saper dare alloro incedere il passo maestoso della dignità, del carattere.

Friedrich Nietzsche
da Aurora
aforisma 565


martedì 5 maggio 2020

Ultimo silenzio


Ultimo silenzio. A taluni accade come ai disseppellitori di tesori: casualmente scoprono le cose che se ne stanno celate in un’altra anima, e il sapere di cui sono entrati in possesso è spesso troppo pesante da portare. In certe circostanze si può conoscere bene e scoprire interiormente vivi e morti, a un punto tale che è increscioso parlarne ad altri: si teme, ad ogni parola, di essere indiscreti. Potrei immaginarmi un improvviso ammutolirsi dello storico più sapiente.

Friedrich Nietzsche

lunedì 4 maggio 2020

Sapete voi quel che volete?


Sapete voi quel che volete? Non vi ha mai torturati l’angoscia di non poter affatto riuscire a riconoscere ciò che è vero? L’angosciosa percezione che i vostri sensi sono troppo rudimentali e anche la vostra sottigliezza è ancor troppo grossolana? E se vi foste accorti che genere di volontà dettava legge dietro il vostro vedere? Per esempio, che ieri volevate vedere più di un altro, che oggi volete vedere diversamente da un altro, o che fin da principio vi struggete di trovare una concordanza, oppure il contrario di ciò che fino ad oggi si presumeva di trovare! Oh, i vergognosi appetiti! Quanto spesso vi mettete a spiare quel che infonde forza, e spesso quel che riacquieta giacché proprio voi siete stanchi. Sempre pieni di segrete predeterminazioni su come deve essere costituita la verità, perché voi, precisamente voi, possiate accettarla! O forse, oggi che siete gelati e asciutti come un chiaro mattino d’inverno e avete sgombro il cuore, pensate di avete una vista migliore? A far giustizia di una realtà pensata e questo appunto è vedere non si addice calore ed entusiasmo? Quasi vi fosse possibile in genere trattare con realtà pensate diversamente da come si tratta con esseri umani! In questo rapporto v’è la stessa moralità, la stessa onorabilità, gli stessi secondi fini, la stessa melensaggine, la stessa pusillanimità, tutto il vostro amabile e detestabile io! I vostri infiacchimenti fisici daranno alle cose colori fiacchi, le vostre febbri le trasformeranno in mostri. La vostra mattina non rischiara le cose diversamente dalla vostra sera? Non temete di ritrovare nell’antro di ogni conoscenza il vostro stesso fantasma, come una fantasmagorica trama con cui la verità si è mascherata ai vostri occhi? Non è una spaventosa commedia quella in cui, con tanta sconsideratezza, volete recitare anche voi?
Friedrich Nietzsche
Da Aurora


domenica 3 maggio 2020

I patetici e gli ingenui


I patetici e gli ingenui. Può essere un’abitudine alquanto spregevole non tralasciare nessuna occasione in cui possiamo mostrarci patetici: per amore di quel godimento che ci viene dall’immaginare lo spettatore battersi il petto e sentirsi miserabile e meschino. Di conseguenza, può anche essere un indice di nobiltà interiore farsi beffe delle situazioni patetiche e comportarsi in esse indegnamente. L’antica aristocrazia guerriera di Francia possedeva questa specie di nobiltà e di finezza.

Friedrich Nietzsche
Da Aurora
aforisma 386

sabato 2 maggio 2020

Tafani morali


Tafani morali. Quei moralisti cui manca l’amore per la conoscenza e che conoscono solo il piacere di far del male hanno lo spirito e la noia dei provinciali: il loro godimento, tanto crudele quanto miserabile, è tener lo sguardo sulle dita del vicino e, senza che se ne accorga, dispone uno spillo in modo che egli si punga. C’è in costoro il residuo delle brutte abitudini dei ragazzi, che non possono divertirsi senza un po’ di caccia e di maltrattamenti a danno degli esseri vivi e morti.

Friedrich Nietzsche

Da Aurora
aforisma 357


venerdì 1 maggio 2020

Gli apologeti del lavoro


Gli apologeti del lavoro. Nell’esaltazione del «lavoro», negli instancabili discorsi sulla «benedizione del lavoro» vedo la stessa riposta intenzione che si nasconde nella lode delle azioni impersonali di comune utilità: la paura, cioè, di ogni realtà individuale. In fondo, alla vista del lavoro e con ciò si intende sempre quella faticosa operosità che dura dal mattino alla sera si sente oggi che il lavoro come tale costituisce la migliore polizia e tiene ciascuno a freno e riesce a impedire validamente il potenziarsi della ragione, della cupidità, del desiderio d’indipendenza. Esso logora straordinariamente una gran quantità d’energia nervosa e la sottrae al riflettere, allo scervellarsi, al sognare, al preoccuparsi, all’amare, all’odiare; esso si pone sempre sott’occhio un piccolo obiettivo e procura lievi e regolari appagamenti. Così una società in cui di continuo si lavora duramente, avrà maggior sicurezza: e si adora oggi la sicurezza come la divinità somma. E ora! Orribile! Proprio il «lavoratore» s’è fatto pericoloso! Gli «individui pericolosi» brulicano! E dietro ad essi, il pericolo dei pericoli l’individuum!

Friedrich Nietzsche
da Aurora
aforisma 173

Una cosa è necessaria


Una cosa è necessaria: l’isolamento degli uomini dotati, la loro indipendenza quanto al cibo, la loro astensione dalla fama e dalle cariche, il disprezzo per tutti gli uomini e per gli eventi risultanti da grandi masse di uomini. La rivolta di una grande città e il giornale di una grande città sono integralmente « commedia », e mancanza di autenticità ».

Friedrich Nietzsche