lunedì 4 maggio 2020

Sapete voi quel che volete?


Sapete voi quel che volete? Non vi ha mai torturati l’angoscia di non poter affatto riuscire a riconoscere ciò che è vero? L’angosciosa percezione che i vostri sensi sono troppo rudimentali e anche la vostra sottigliezza è ancor troppo grossolana? E se vi foste accorti che genere di volontà dettava legge dietro il vostro vedere? Per esempio, che ieri volevate vedere più di un altro, che oggi volete vedere diversamente da un altro, o che fin da principio vi struggete di trovare una concordanza, oppure il contrario di ciò che fino ad oggi si presumeva di trovare! Oh, i vergognosi appetiti! Quanto spesso vi mettete a spiare quel che infonde forza, e spesso quel che riacquieta giacché proprio voi siete stanchi. Sempre pieni di segrete predeterminazioni su come deve essere costituita la verità, perché voi, precisamente voi, possiate accettarla! O forse, oggi che siete gelati e asciutti come un chiaro mattino d’inverno e avete sgombro il cuore, pensate di avete una vista migliore? A far giustizia di una realtà pensata e questo appunto è vedere non si addice calore ed entusiasmo? Quasi vi fosse possibile in genere trattare con realtà pensate diversamente da come si tratta con esseri umani! In questo rapporto v’è la stessa moralità, la stessa onorabilità, gli stessi secondi fini, la stessa melensaggine, la stessa pusillanimità, tutto il vostro amabile e detestabile io! I vostri infiacchimenti fisici daranno alle cose colori fiacchi, le vostre febbri le trasformeranno in mostri. La vostra mattina non rischiara le cose diversamente dalla vostra sera? Non temete di ritrovare nell’antro di ogni conoscenza il vostro stesso fantasma, come una fantasmagorica trama con cui la verità si è mascherata ai vostri occhi? Non è una spaventosa commedia quella in cui, con tanta sconsideratezza, volete recitare anche voi?
Friedrich Nietzsche
Da Aurora