mercoledì 4 febbraio 2009

NOI SENZA PAURA

NOI SENZA PAURA

Il più grande avvenimento recente - che 'dio è morto', che la fede nel Dio cristiano è divenuta inaccettabile - comincia già a gettare le sue prime ombre sull'Europa. A quei pochi almeno, i cui occhi, la cui diffidenza negli occhi è abbastanza forte e sottile per questo spettacolo, pare appunto che un qualche sole sia tramontato, che una qualche antica profonda fiducia si sia capovolta in dubbio: a costoro il nostro vecchio mondo dovrà sembrare ogni giorno più crepuscolare, più sfiduciato, più estraneo, più 'antico'. Ma in sostanza si può dire che l'avveniimento stesso è fin troppo grande, troppo distante troppo alieno dalla capcità di comprensione dei più perché possa dirsi già arrivata anche solo la notizia di esso; ... e di tutto quello che ormai, essendo sepolta questa fede, deve crollare perché su di essa era stato costruito e in essa aveva trovato il suo appoggio ... Una lunga, copiosa serie di demolizioni, distruzioni, tramonti, capovolgimenti ci sta ora dinnanzi: chi già da oggi potrebbe avere sufficiente divinazione di tutto questo da diventare maestro e veggente di questa mostruosa logica dell'orrore, di essere profeta di un ottenebramento e di un'eclisse di sole di cui probabilmente non si è ancora vista sulla terra l'uguale? ... Siamo ancora forse ancora troppo soggetti alle più immediate conseguenze di questo avenimento - e queste più immediate conseguenze, le conseguenze per noi, contrariamente a quello che ci si potrebbe aspettare, non sono per nulla tristi e rabbuianti, ma piuttosto come un nuovo genere, difficile a descriversi, di luce, di felicità, di ristoro, di rasserenamento, di incoraggiamento, di aurora ... In realtà noi filosoofi e 'spiriti liberi' , alla notizia che 'il vecchio Dio è morto' ci sentiamo come illuminati dai raggi di una nuova aurora; il nostro cuore ne straripa di riconoscenza, di meraviglia, di presagio, di attesa - finalmente l'orizzonte torna ad apparirci libero ... ogni rischio dell'uomo della conoscenza è di nuovo permesso; il mare, il nostro mare, ci sta ancora aperto dinanzi, forse non vi ancora mai stato un mare così 'aperto'.

Da: Friedrich Nietzsche, La gaia scienza, aforisma 343.